Le strade romane sono state dei veri e propri percorsi della storia. La parola miglio deriva dall'espressione latina “milia passuum” o migliaia di passi" che, nell'Antica Roma, denotava l'unità pari a mille passi (1 passo = 1,48 metri). Per gli antichi romani il “passus” era inteso come la distanza tra il punto di distacco e quello di appoggio di uno stesso piede durante il cammino, quindi il doppio rispetto al passo moderno. Dalla Scozia al Mar Rosso, dalle coste atlantiche a quelle del Mar Nero, oltre 67.700 miglia, circa 100.000 dei nostri chilometri di vie di comunicazione progettate dagli ingegneri romani sono una grande realizzazione tecnica e, nello steso tempo, un prodigioso veicolo di informazione e cultura, in grado di mettere in comunicazione popoli e genti spesso molto differenti fra di loro. La diffusione del latino e della cultura di Roma, permeata dalle culture etrusca e greca, aggiornata dalle scoperte dei luoghi e dei paesi lontani, ha portato all'integrazione i diversi popoli dell'Impero, con una velocità di circolazione eccezionale per la Storia umana creando le premesse per la moderna cultura europea.
Le strade costruite dai Romani, così come gli acquedotti e le reti fognarie (cloache), sono opere di alta ingegneria che rappresentano l’importantissimo contribuito della civiltà di Roma alla storia degli impianti di pubblica utilità. L'antica rete stradale romana era un "sistema" di assoluta importanza per l'amministrazione dei territori conquistati e per l'affermazione di influenze militari, politiche, economiche e culturali, al punto che, sulla base dei ritrovamenti archeologici, e delle fonti storiche, è possibile sostenere che conquiste territoriali e costruzione delle strade andavano, è il caso di dirlo, “di pari passo”.
Nessun altro aspetto della civiltà di Roma ha la valenza emblematica della strada. Altre popolazioni hanno dato prova di capacità militari come i romani, altri, come loro, hanno lasciato imponenti testimonianze architettoniche ed artistiche. Nessuno, però, ha nemmeno concepito la possibilità di creare una rete viaria capace di racchiudere il mondo allora conosciuto che, nel periodo di maggiore estensione, poteva contare, in Europa, Africa ed Asia, su oltre 100.000 chilometri di strade (circa 67.700 miglia romane), curate e controllate dalle istituzioni di Roma.